FABIO PICCIONI

Fotografie: Gorno e le miniere della Val del Riso

Inseguendo le tracce della Vieille Montagne eccomi a contemplare la meravigliosa Laveria Riso, costruita nel 1914 per servire i minerali della Val del Riso per volere della società "The English Crown Spelter" prima di passare alla Vieille Montagne tra il 1925 e il 1926.

Nata per servire le miniere di piombo e zinco della Val del Riso, è un magnifico esempio di laveria flottazione minerali.

Ringrazio di cuore Fabrizio Scolari e l'Ecomuseo Miniere di Gorno per la gentilezza, la professionalità e la disponibilità a scorrazzare me e l'amico Dario Milani delle Miniere Turistiche del Lago di Como in giro tra valli e montagne.

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Fotografie: Società Agricola Pi'n'Pi, uno sguardo verso il futuro

In Sardegna, nella Nurra più profonda, c'è chi ha scommesso sul futuro e ha intrapreso un percorso virtuoso. Le persone di cui vi parlo sono Andrea Piras e Oscar Pilo che diversi anni fa hanno fondato ad Olmedo la Società Agricola Pi'n'Pi, esempio di economia circolare a chilometro zero che parte dalla terra e arriva fino alle tavole dei ristoranti stellati.

Seguendo la filosofia della Blue Economy teorizzata da Gunter Pauli che si basa sulla gestione di ecosistemi ragionevoli e sulla riduzione degli sprechi delle lavorazioni, i due giovani producono dei funghi di altissima qualità riciclando così i fondi del caffè che recuperano dai bar della zona. Rispettando il loro interregno stagionale, l'inverno, Pi'n'Pi produce cardoncelli, antunna, cornucopia e djamor.

La "visione" dei due non finisce però qui, le materie "esauste" dopo la produzione vengono stese in casse di legno e attraverso una particolare specie di lombrichi - i rossi californiani - viene creato un compost eccezionale che permette a sua volta la coltura dei micro-greens, fiori eduli di altissimo valore economico che vengono acquistati dai migliori ristoranti per arricchire le proprie portate o dai migliori bartenders per inventare nuovi cocktails.

Un'attenzione circolare quella della giovane azienda sarda che a tutto questo affianca una produzione raffinatissima di peperoncini di molteplici qualità e livelli di piccantezza, a prova di bomba.

Andrea e Oscar da tempo collaborano con altre piccole aziende e questo ha fatto si che si creasse una filiera attenta al territorio e alle sue persone, capace di rispondere alle esigenze della clientela senza dover utilizzare pesticidi e plastiche e senza dover sottostare a regole di mercato orientate all'iper-produzione. Si produce quando si può produrre e fino a quando ce n'è, è questo che ci hanno insegnato i nostri antenati.

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Fotografie: Outsiders

Tra i mille tormenti di sapersi al di fuori ma ritrovarsi a convivere con un'architettura sociale sbagliata, che impone uno standard tentando di appiattire gli animi. Continua il percorso parallelo tra ciò che è e ciò che è dovuto.

Nella foto: Giulia Sanna

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Fotografie: Il Barigadu e la regolamentazione delle acque

Barigadu, in una zona dove le piene del fiume Tirso lasciavano margini di crescita ad una già drammatica situazione di malaria, a partire dal 1910 inizia un percorso che parte dall'On. Carboni Boy con la cosiddetta Legge Tirso e che, grazie alle ampie vedute di uomini come Angelo Omodeo e Giulio Dolcetta, portano questa fascia di territorio ad una trasformazione importante attraverso la costituzione della Società Elettrica Sarda e della Società Imprese Idrauliche Elettriche del Tirso.

Una serie di opere idrauliche e di impianti di produzione, sistemi di rimboschimento e bonifica detteranno l'impronta di quello che è oggi il paesaggio contemporaneo della piana del Tirso.

Nelle foto un dettaglio di uno degli impianti di produzione, snodo fondamentale dell'elettrificazione dell'isola.

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Fotografie: Villaggi Enel

Dettaglio di uno degli edifici presenti all'interno del Villaggio ENEL sul Coghinas, nato a seguito della creazione del piano elettroirriguo dell'Ing. Angelo Omodeo e sviluppato qui nell'invaso del Coghinas a partire dal 1927 per conto della Società Elettrica Sarda (SES).

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Fotografie: Lo stallo dell'exLunardi a Porto Torres

Vista lato nord dell'ex tensostruttura Lunardi a Porto Torres. Destinato a diventare il nuovo terminal crociere, l'edificio è fermo da oltre 10 anni. Situato nella cinta urbana del centro turritano avrebbe accolto i passeggeri in arrivo con le navi. Attualmente vi è una disputa in corso tra la società appaltatrice e la Regione Sardegna.

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Fotografie: Rapporti tra S.B.F. e città di fondazione.

Arborea: osservazione di un silos progettato dall'Ing.Carlo Avanzini per conto dell'allora Società Bonifiche Ferraresi, 1932. La città allora si chiamava Mussolinia e prima ancora Villaggio Mussolini. Sarà solo il 17 febbraio 1944 che il comune assumerà il nome odierno.

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Fotografie: Argentiera, laveria per il trattamento del minerale.

Miniera dell'Argentiera, Sassari.

Veduta della laveria gravimetrica che riceveva minerali di piombo e zinco provenienti dai cantieri di miniera vecchia, poco più a sud-est attraverso Pozzo Podestà. Il minerale misto allo sterile veniva trasportato dal pozzo alla laveria attraverso vagoni trainati da muli e cavalli e spesso spinto dall'uomo. Il minerale misto era destinato alla laveria mediante la grande tramoggia ancora oggi visibile mentre lo sterile veniva trasportato più in fondo e riversato in discarica.

L'arricchimento del minerale nei primi tempi della miniera veniva effettuato a mano da donne e bambini mentre a partire da fine ottocento la laveria consentiva la separazione del minerale per lavaggio, sfruttando le differenze di peso specifico esistente tra i minerali e gli sterili connessi.

La laveria trattava fino a 42-45 tonnellate di grezzo al giorno, fornendo circa 18 tonnellate di minerale mercantile di cui 9/10 di blenda e 1/10 di galena.

I fanghi di lavorazione venivano scaricati direttamente in mare mentre il minerale concentrato partiva su barche a vela dalla spiaggia di San Nicola e trasportato fino a Porto Conte dove veniva trasferito su battelli che facevano rotta verso i porti del Nord Europa.

Il 2 giugno del 1951 ci fu un tragico incidente proprio sul lato mare della laveria in cui perse la vita l'operaio Mario Ravotti mentre eseguiva alcuni lavori all'esterno precipitando da un'altezza di circa 15 metri.

L'11 luglio 1962 la società Correboi presenta istanza per sospensione dei lavori e il 21 settembre 1963 viene accettata la rinuncia alla concessione.

Attualmente la laveria è stata parzialmente recuperata da lavori di restauro per poi essere nuovamente riabbandonata a se stessa.



Ringrazio Dott. Ottelli per le preziose informazioni storico/tecniche.

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