In una recentissima intervista al quotidiano giapponese
Yomiuri Shimbun il Presidente e CEO della Canon
Fujio Mitarai ha ufficializzato la notizia che in tanti si aspettavano da tempo:
la fine delle reflex. L'ammiraglia
Canon EOS 1-DX Mark III rimane di fatto l'ultima single-lens reflex (srl) progettata e prodotta.
E quindi dopo che anche altri marchi, di cui tra gli ultimi Nikon, hanno comunicato la fine di un'era anche
Canon decide di seguire la stessa strada.
Fujio Mitarai spiega che semplicemente il
mercato si è definitivamente spostato sul
segmento mirrorless e d'altronde si è arrivati ad una tecnologia tale per cui i nuovi corpi privi di specchio sono in grado di eguagliare le precedenti reflex.
Se andiamo a vedere il lavoro di Canon in questi ultimi anni infatti capiamo subito come, al pari degli altri marchi, il brand giapponese si sia spinto moltissimo nella
ricerca e nello
sviluppo di questo settore. Possiamo anche ammettere che ci sia arrivata un pò in ritardo rispetto ad altri brand ma ha già prodotto una tecnologia avanzata e affidabilissima.
Mentre la
prima mirrorless ad ottiche intercambiabili EOS M prodotta da Canon nel 2012 era ancora destinata ad un uso non professionale, a partire dal 2018 con il lancio della
EOS R,
prima fullframe mirrorless a ottiche intercambiabili, Canon inizia a convogliare davvero tutte le sue energie sul mondo mirrorless. Voglio rassicurare subito chi ha un grande parco ottiche tradizionale che i nuovi corpi macchina mirrorless consentono di
adattare praticamente tutte le ottiche di vecchia generazione con un piccolo adattatore.
I
principali vantaggi costituiti da questi nuovi corpi macchina sono diversi. Quello della grandezza è un misunderstanding: in termini di misure i corpi macchina delle ammiraglie mirrorless non differiscono da quelli delle ammiraglie reflex. Se andiamo a confrontare invece i
pesi ecco che sulle ammiraglie la differenza si fa già interessante, sulla mirrorless abbiamo circa
300 grammi in meno. Quello però che fa davvero la differenza sono altri dati. Innanzitutto la
stabilizzazione del corpo macchina che adesso porta le fotocamere su di uno standard più elevato. Vi è la possibilità inoltre di sommare la stabilizzazione ottica presente sugli obiettivi con quella presente nel corpo macchina permettendo di scattare a mano libera a tempi prima inaccessibili senza treppiede. Altro grande vantaggio da non tralasciare è che grazie all'assenza dello specchio e del pentaprisma la distanza tra piano focale e centro ottico è ridotta e questo ha permesso la progettazione di
ottiche di minori dimensioni e in termini di peso e ingombro nella borsa di un fotografo questo fa sicuramente la differenza. Altra grande innovazione è la
messa a fuoco, attualmente semplicemente attraverso lo sguardo dell'occhio all'interno del mirino si può selezionare l'area specifica di messa a fuoco senza premere nessun pulsante o muovere nessuna leva.
Potrei continuare sulle caratteristiche ma il punto di questo mio articolo non vuole tanto essere quello di soffermarsi sulla tecnologia dell'ultimo momento quanto di fare una riflessione sul fatto che come è accaduto in passato con la fine della produzione delle fotocamere analogiche, siamo sicuramente di fronte ad un
importante cambiamento.
E mentre da tempo c'è chi svende tutto il materiale reflex per acquistare quello mirrorless all'ultimo grido per altri si apre finalmente la possibilità di acquistare ottiche professionali a prezzi fino ad ora inaccessibili.
Ritengo sia comunque importante ricordare che ancora oggi esistono molti fotografi che come me utilizzano serenamente anche vecchi apparecchi fotografici di largo e medio formato senza necessariamente aver bisogno sempre dell'ultima tecnologia sulla terra. Dipende sempre da quale progetto si sta portando avanti e da quali esigenze si hanno di volta in volta. Inoltre oggi molti nuovi marchi, anche grazie alla tecnologia 3D, producono apparecchi a pellicola quasi come prima. Magari questo può essere argomento di un mio prossimo articolo.