FABIO PICCIONI

Fotografie: Gallerie personali

Osservazione, recupero, riciclo.

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Fotografie: Pozzi sovrani

Sulcis-Iglesiente. Uno dei pozzi principali in una miniera di piombo e zinco. La sua costruzione risale al 1863 e la sua entrata in funzione al 1869.

Situato a quota +206 metri slm arrivò inizialmente a quota +85 metri slm in cui era presente la falda acquifera. Successivamente grazie al processo di eduzione delle acque si arrivò fino a quota +45 metri slm fino a che, nel 1871, una galleria in avanzamento tagliò una frattura dalla quale venne fuori un'enorme quantità di acqua che riportò la falda a quota +70 metri slm. Nel 1880 grazie alla costruzione di un'imponente galleria di scolo il livello delle acque si attesta a +26 metri slm e questa sarà la situazione fino alla fine del secolo.

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Fotografie: Portatori di luce

Iglesiente, 2016.

Immagine scattata all'interno di una miniera di piombo e zinco. Nella foto un bellissimo voltino all'interno di una galleria con molte canule interessanti.

È interessante come la luce delinea il paesaggio sotterraneo che altrimenti, senza di essa, non sarebbe visibile. Lì sotto dove la luce è stata la più preziosa compagna di viaggio di intere generazioni.

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Fotografie: Gente di miniera, Renato e Pozzo Baccarini

In tutti questi anni di miniere ho incontrato delle persone che spendono gran parte della loro vita per salvaguardare luoghi carichi di storia che altrimenti rischierebbero di perdersi nell'oblio del tempo. Persone speciali che, a titolo puramente gratuito, hanno intrapreso delle strategie di recupero e salvaguardia delle zone minerarie.

Renato Tocco è una di queste. Nel 2012 decide di acquistare un lotto contenente una miniera dismessa nei pressi di Iglesias nell'ottica di riportare alla luce tutta la sua straordinaria storia: Pozzo Baccarini. Lì dove nel 1883 si accesero le prime lampadine dell'isola, lì dove è presente una linea ferroviaria a scartamento ridotto e la bellissima galleria ferroviaria Pellegrini della linea Monteponi-Porto Vesme, lì dove è presente l'ultimo accesso esistente ad una delle opere ingegneristiche più grandi del mondo minerario: la galleria di scolo Umberto I.

Figlio di minatore, Renato traspira passione. Suo papà iniziò nel 1949 nei monti dietro casa, a Monte Agruxiau per poi spostarsi in quasi tutte le miniere dell'AMMI. Fortemente interessato alla storia, Renato ha intrapreso diverse azioni per far si che il sito torni a riemergere dal suo importante passato e tornare a splendere. E così in questi anni ha ospitato progetti con le scuole, escursioni e tante persone appassionate di storia del territorio, coinvolgendo enti e istituzioni e cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi della tutela del patrimonio.

Per me un amico importante, una persona che mi ha aiutato tantissimo in tutti questi anni di ricerche. Tante volte mi ha accolto nel suo terreno contribuendo a portare avanti il mio progetto a lungo termine Land of Mines-Terra di Miniere. A lui devo molto.

Nella sua pagina Facebook potete trovare diverse informazioni su questo straordinario sito.

Grazie Renato, continua a lottare.

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Fotografie: Giro bagnato, giro fortunato.

Con gli amici di Domusnovas all'interno in una galleria di scolo, miniera abbandonata.

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Fotografie: Generazioni speleo

Il mio amico Angelo sistema la luce di suo nipote all'interno di una galleria mineraria. Tramandare le conoscenze e le passioni, di generazione in generazione.
È così che si garantisce un futuro alla speleologia.

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Fotografie: laveria Lamarmora. Piombo e zinco sul mare

Nel 1897 a Nebida venne costruita la laveria idrogravimetrica Lamarmora per il trattamento del piombo e dello zinco provenienti dai vicini cantieri minerari attraverso una galleria passante e una teleferica.

Oltre agli impianti di classificazione e separazione dei minerali erano presenti dei forni ed un ambiente di stoccaggio. Sul livello del mare invece era presente un deposito e un molo per l'attracco delle imbarcazioni che venivano a prendere il minerale.

Nel 1910 Nebida contava circa 3000 persone di cui 1000 erano impiegate nelle miniere.

Oggi che le miniere hanno cessato la loro attività l'economia locale è in ginocchio e la laveria Lamarmora, simbolo di un territorio, ha già subito diversi crolli e se non viene fatto qualcosa subito al riguardo un altro pezzo di memoria della nostra isola andrà perso per sempre.

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