FABIO PICCIONI

Fotografie: Apparecchi del 1956

Studio sulle strutture di un vecchio centro agricolo attraverso un apparecchio 4x5" del 1956. Questo tipo di processo mi aiuta a rallentare e ad osservare con maggiore profondità.

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Fotografie: La Cupola. Dante Bini in Sardegna. Parte 1

Nel 1964 il regista Michelangelo Antonioni mentre è sull'isola di Budelli in Sardegna per le riprese del suo film "Deserto Rosso" conosce un imprenditore che sta acquistando lotti di terreno sul mare per costruire un villaggio turistico in quella che oggi viene chiamata Costa Paradiso, a pochi chilometri da Trinità D'Agultu e Vignola. Antonioni fa un sopralluogo e scopre un paesaggio selvaggio (all'epoca) e decide di acquistare.

Passa qualche anno e l'allora compagna di vita nonché grande attrice Monica Vitti conosce un architetto, Dante Bini, che le parla di un progetto radicale nominato Binishell. La visione dell'architetto consiste in una cupola realizzata con un’unica colata di cemento gonfiata e sollevata grazie a una camera d’aria. La Vitti ne parla subito ad Antonioni e inizia la realizzazione di una residenza estiva dagli alti connotati architettonici.

Un edificio rivoluzionario e sostenibile che all'epoca crea di fatto un impatto ambientale pari a un terzo rispetto ad una abitazione di tipo tradizionale. Ma questa è solo una delle circa 1500 Binishell che l'architetto ha creato durante l'arco della sua carriera, un sistema che prevede l’utilizzo di una cassaforma pneumatica dinamica per abbattere tempi e costi del cantiere.

Negli anni sono tante le personalità che sono passate a trovarli per Costa Paradiso, tra i vari nomi citiamo Tonino Guerra, Andreji Tarkovskij, Macha Méril e Sergio Vacchi.

L'architetto modenese Lucio Fontana descrisse la casa come "una luna di cemento, magnifica e leopardiana, abbandonata sulle rive scoscese in Costa Paradiso" e nel 2014 Rem Koolhaas, curatore della XIV Biennale di Architettura di Venezia, definisce la Cupola "una delle architetture migliori degli ultimi cento anni".

Attualmente candidata ad entrare nel fondo FAI vive uno stato di abbandono semipermanente.

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Fotografie: Rallentare il tempo

In questa epoca in cui tutto corre trovo sempre più necessario il dovere di rallentare. Cercare di riappropriami del mio tempo rifuggendo dalle corse di tutti i giorni.

Ed è qui che la fotografia analogica mi viene a salvare.

É il caso di questa immagine. Qualche mese fa in un bel giorno di agosto sono andato a trovare il mio grande amico e artista sonoro Fabio Tallo nella sua casa a Serrenti. Appena arrivato mi faccio subito accogliere dalle tipiche architetture campidanesi che con quei porticati mi pare di varcare le soglie di tempi lontani. Le architetture però non sono le sole cose che mi accolgono, i genitori del mio amico hanno preparato un gran pranzo con prodotti locali e io sono molto contento di potermi immergere nella cultura del luogo.

Nel pomeriggio Tallo mi fa vedere il vecchio palazzo appartenente ai suoi trisavoli che io decido di immortalare con il mio banco ottico. Il processo è già partito ben prima che io monti l'apparecchio e tra scatti, appunti e chiacchierate passa il pomeriggio. Rientrato a casa come sempre queste immagini le lascio latenti negli chassis per un po e quando ritengo sia giunto il momento di riappropriarmene inizio a svilupparle, e qui riprendo il percorso. Una volta sviluppato attendo che le pellicole piane siano ben asciutte per stamparle su carta fotografica o scannerizzarle come in questo caso. E così alcuni mesi passano ma il percorso continua e questo permette in me di tenere sempre vivido e vicino il ricordo di quella bellissima giornata.

Questo processo ti obbliga a rispettare delle tempistiche producendo al contempo immagini uniche e non replicabili, nelle quali eventuali segni e difetti diventano valore aggiunto e segno distintivo di un processo personale che rispecchia in qualche modo il mio essere.

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Fotografie: Trittico delle officine

In visita ai cantieri di ponente della Miniera di Montevecchio. In dettaglio le officine del cantiere Sanna.

Zenza Bronica, 6x6, Kodak Tmax 100, sviluppo in Rodinal.

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Fotografie: Vedute attorno a Ittireddu

Ecco qualche scatto realizzato con la Fuji GW690III. Ilford FP4, sviluppo in Rodinal.

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