FABIO PICCIONI

Fotografie: Società Agricola Pi'n'Pi, uno sguardo verso il futuro

In Sardegna, nella Nurra più profonda, c'è chi ha scommesso sul futuro e ha intrapreso un percorso virtuoso. Le persone di cui vi parlo sono Andrea Piras e Oscar Pilo che diversi anni fa hanno fondato ad Olmedo la Società Agricola Pi'n'Pi, esempio di economia circolare a chilometro zero che parte dalla terra e arriva fino alle tavole dei ristoranti stellati.

Seguendo la filosofia della Blue Economy teorizzata da Gunter Pauli che si basa sulla gestione di ecosistemi ragionevoli e sulla riduzione degli sprechi delle lavorazioni, i due giovani producono dei funghi di altissima qualità riciclando così i fondi del caffè che recuperano dai bar della zona. Rispettando il loro interregno stagionale, l'inverno, Pi'n'Pi produce cardoncelli, antunna, cornucopia e djamor.

La "visione" dei due non finisce però qui, le materie "esauste" dopo la produzione vengono stese in casse di legno e attraverso una particolare specie di lombrichi - i rossi californiani - viene creato un compost eccezionale che permette a sua volta la coltura dei micro-greens, fiori eduli di altissimo valore economico che vengono acquistati dai migliori ristoranti per arricchire le proprie portate o dai migliori bartenders per inventare nuovi cocktails.

Un'attenzione circolare quella della giovane azienda sarda che a tutto questo affianca una produzione raffinatissima di peperoncini di molteplici qualità e livelli di piccantezza, a prova di bomba.

Andrea e Oscar da tempo collaborano con altre piccole aziende e questo ha fatto si che si creasse una filiera attenta al territorio e alle sue persone, capace di rispondere alle esigenze della clientela senza dover utilizzare pesticidi e plastiche e senza dover sottostare a regole di mercato orientate all'iper-produzione. Si produce quando si può produrre e fino a quando ce n'è, è questo che ci hanno insegnato i nostri antenati.

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Fotografie: laveria Lamarmora. Piombo e zinco sul mare

Nel 1897 a Nebida venne costruita la laveria idrogravimetrica Lamarmora per il trattamento del piombo e dello zinco provenienti dai vicini cantieri minerari attraverso una galleria passante e una teleferica.

Oltre agli impianti di classificazione e separazione dei minerali erano presenti dei forni ed un ambiente di stoccaggio. Sul livello del mare invece era presente un deposito e un molo per l'attracco delle imbarcazioni che venivano a prendere il minerale.

Nel 1910 Nebida contava circa 3000 persone di cui 1000 erano impiegate nelle miniere.

Oggi che le miniere hanno cessato la loro attività l'economia locale è in ginocchio e la laveria Lamarmora, simbolo di un territorio, ha già subito diversi crolli e se non viene fatto qualcosa subito al riguardo un altro pezzo di memoria della nostra isola andrà perso per sempre.

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