FABIO PICCIONI
PHOTOGRAPHER

Articoli: Il mare di Stefano Pia

Stefano Pia è uno di quei fotografi che come il sottoscritto sceglie di concentrare il proprio sguardo sulla propria isola, la Sardegna.

Ed è proprio in Sardegna che si sviluppa il suo ultimo lavoro "Ho visto una sirena volare", un racconto che si snoda nel mito omerico delle sirene attraverso uno sguardo personale fatto di incontri fortuiti nelle acque dalla costa ovest. Una serie di scatti in bianco e nero ci tengono in bilico sul pelo dell'acqua come se la linea distintiva tra il sotto e il sopra fosse anche uno spartiacque tra realtà e dimensione onirica.

Il libro, edito da Myphotoportal, è stato appena pubblicato ed ha una tiratura limitata a 110 copie numerate e firmate ed è acquistabile direttamente sul sito dell'autore.

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Video: Voci di miniera, Salvatore Loru

Questo è un estratto da un'intervista raccolta all'ex minatore Salvatore Loru nella sua casa museo a Nebida in data 24-11-2022. Salvatore racconta quali sono stati i motivi che hanno portato alla creazione della grande frana nella miniera di Acquaresi, luogo in cui ha lavorato per moltissimi anni come fornellista.


Questa intervista fa parte di una raccolta di testimonianze per il mio progetto "Land of Mines, Terra di Miniere".

Fotografie: Pozzi sovrani

Sulcis-Iglesiente. Uno dei pozzi principali in una miniera di piombo e zinco. La sua costruzione risale al 1863 e la sua entrata in funzione al 1869.

Situato a quota +206 metri slm arrivò inizialmente a quota +85 metri slm in cui era presente la falda acquifera. Successivamente grazie al processo di eduzione delle acque si arrivò fino a quota +45 metri slm fino a che, nel 1871, una galleria in avanzamento tagliò una frattura dalla quale venne fuori un'enorme quantità di acqua che riportò la falda a quota +70 metri slm. Nel 1880 grazie alla costruzione di un'imponente galleria di scolo il livello delle acque si attesta a +26 metri slm e questa sarà la situazione fino alla fine del secolo.

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Fotografie: Land of Mines, testimonianze da Acquaresi

Prosegue il ciclo di interviste per il progetto Land of Mines.

Gesualdo e Luigi, memorie storiche della miniera di Acquaresi, hanno raccontato le gioie e le difficoltà di una vita passata nella miniera che ha visto uno dei più grandi fenomeni di frana della storia della Sardegna.

Foto di Andrea Salvatore Livesu

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Fotografie: Analogie sulla strada per Angelo Omodeo

Uno spaccato da una fase di sequencing su un lavoro che segue le orme del grande ingegnere Angelo Omodeo.

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Fotografie: L'importanza dell'acqua

Vedute analogiche in largo formato di uno degli invasi di raccolta acque utilizzati per l'irrigazione della Nurra. Costruzione risalente ai primi anni '50.

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Fotografie: la dura strada dell'acqua in Sardegna

Immagine tratta da un lavoro di documentazione del regime delle acque in Sardegna. Come è facile intuire i livelli sono molto bassi.

Qui siamo al Lago Corsi in uscita da Iglesias direzione Fluminimaggiore sulla SS126.

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Fotografie: Vita nelle vecchie falesie abbandonate

La storia che sto per raccontarvi nasce verso la fine dell'estate in occasione di un incontro con due grandi amici di avventure: Luigi Gambella e Antonio Santonastaso. In genere con loro ci si ritrova in qualche falesia con la scusa di arrampicare per poi finire in ore di chiacchiere ed aperitivi infiniti. Ed è proprio in una di queste occasioni che mi hanno raccontato di una nuova falesia sul mare in cui fare deep water soloing. Per chi non lo sapesse, il DWS è una forma di arrampicata libera che si pratica nelle scogliere a picco sul mare dove non si usano forme di assicurazione in quanto in caso di caduta si finisce in acqua. Questo permette di ridurre al minimo l'attrezzatura richiesta per praticarla: scarpette e, a volte, magnesite.

Tra un bicchiere e l'altro Luigi e Antonio mi raccontano di diverse vie abbandonate da tempo in una falesia vicino alla Torre del Bollo, Alghero. Risale infatti al 1994 la chiodatura di questa falesia per opera dei climbers Nicola Nieddu, Giorgio Trova e Enzo Lecis, i quali si sono adoperati in queste splendide linee che emergono dalle fredde acque di Cala del Bollo risalendo per oltre 30 metri verso il cielo. In quel periodo si andava abbastanza hardcore in quanto ancora le regole del pitting non erano ben definite e i rischi della chiodatura in ambienti marini erano ancora poco conosciuti. Nicola ci racconta che inizialmente chiamarono il settore "Le vie della Barrosia". Barrosia in gergo nostrano significa gonfiarsi, fare i galletti, i fighi. Dovete immaginare infatti che in quegli anni la Riviera del Corallo era invasa di imbarcazioni e Cala del Bollo era proprio un punto perfetto dove poter sfoggiare i muscoli durante una scalata davanti agli occhi di qualche attraente turista.

Luigi mi dice che è da tempo che nutriva l'esigenza di cambiare un po, di variare modo di arrampicare, spinto anche da mesi di lockdown che lo hanno portato a riflettere sul fatto che abbiamo una percorrenza limitata su questo pianeta e che non è il caso di indugiare sulle cose. E' tempo di spingersi oltre e di provare nuove sfide. Ecco quindi che con Antonio si ritrovano in uno strano periodo in cui a causa della chiusura delle palestre affrontano le onde su tavole da surf o provano a spingersi in apnea lungo un cavo d'acciaio, vivendo una nuova e diversa adrenalina. Luigi aggiunge anche che da tempo per lui il climbing si sta spingendo sempre più verso una forma di interiorizzazione in cui si ha una continua battaglia con il proprio io. Ed è in questo periodo di cambiamenti che entrambi decidono di riprendere a frequentare quelle vecchie vie aperte da Nicola tanti anni fa. Ci andiamo assieme ed io rimango folgorato dalla bellezza del luogo. Le vie sono selvagge, pulite e mai banali.

"Non è più la finezza di un gesto o la forza con cui risolvi uno strapiombo. Importa solo sentire il peso della decisione di fare ancora un altro passo verso l’alto, bagnato in ogni centimetro di pelle, a 10 metri d’altezza su una presa viscida e sfuggente, sapendo che inesorabilmente prima o poi dovrai volare. Sarà questo a darti qualcosa di nuovo. Aprire con forza uno squarcio nella paura per trovare la calma, questa è stata la nuova …idea."

"Siamo tornati più volte a provare queste linee tra Settembre e Ottobre, scalandone alcune veramente interessanti. Alla fine è nato un nuovo settore per il Deep Water Soloing che abbiamo deciso di chiamare El Capitan Nic!

Grazie ad Antonio con cui ho condiviso quest’idea e questa esperienza e grazie a Fabio che ha deciso di documentare le nostre ricerche godendo con noi del sole e della brezza di Ottobre.
"

Queste splendide e spettacolari vie, ora percorse senza protezioni, da destra a sinistra si chiamano:


LINEA GOTICA (6A - fessura in placca)

CRAZY HORSE (7A - buchi e strapiombo su piccola fessura )

WET PANTS (6C - buchi e muro su tacche)

MERCURIOCROMO ( 7A/7A+ )



E quindi grazie a Nicola, Luigi ed Antonio tutti ora possono andare a provare queste nuove vie. Ci dividono solo i mesi invernali che abbiamo di fronte e presto saremo pronti a respirare nuove avventure.

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