FABIO PICCIONI
PHOTOGRAPHER

Notizie: Land of Mines incontra AIPAI

L'11 giugno 2022 Land of Mines è stato premiato alla Facoltà di Ingegneria della Sapienza di Roma come lavoro vincitore del concorso fotografico indetto per la II edizione degli Stati Generali del Patrimonio Industriale. Il contest fortemente voluto da AIPAI - Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale è stato realizzato in collaborazione con DICEA - Università Sapienza di Roma, MUSIL – Museo dell’Industria e del Lavoro di Brescia, Fondazione AEM e Fondazione ISEC.

Per me è stato un grande onore poter portare le nostre miniere all'attenzione di tante persone.

Ecco il link all'articolo di Fabrizio Trisoglio, presidente di Rete Fotografia e della giuria del contest che assieme a Palmina Trabocchi, responsabile del concorso, ringrazio di cuore per questo importante riconoscimento.

Articolo

Grazie AIPAI

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Notizie: È morto Tatiano Maiore, il fotografo de La Maddalena

Si è spento all'età di 79 anni il fotografo maddalenino Tatiano Maiore, autore di innumerevoli lavori e pubblicazioni che spaziano tra antropologia e paesaggio in cui ha documentato i maggiori avvenimenti a cavallo tra gli anni settanta e novanta come le lotte studentesche, gli anni di piombo, le proteste dei lavoratori e i disagi del mondo agropastorale.

Nato a La Maddalena nel 1943 diventa fotogiornalista nel 1973 lavorando tra Roma e Milano. Un suo lavoro sui cambiamenti della società nell'entroterra nuorese viene pubblicato su La Nuova Sardegna nei primi anni ottanta e dal 1986 inizia una collaborazione con la RAI. Sempre molto focalizzato sulla documentazione dei cambiamenti della Sardegna realizza diversi lavori e pubblica diversi volumi fotografici. Il lago di Baratz, gli stazzi della Gallura, le fortificazioni nell'Arcipelago della Maddalena sono solo alcuni dei temi approfonditi dal fotografo nel corso della sua carriera professionale.

Le sue immagini hanno fatto il giro del mondo passando da quotidiani e periodici italiani come L'Unità, Il Giorno, Il Messaggero, La Repubblica, Il Manifesto, La Nuova Sardegna, L'Unione Sarda, L'Espresso, Panorama, Il Corriere della Sera e su riviste internazionali come Time, Istoè, Veja e Fin de Siglo. Tante anche le esposizioni in Italia e all'estero.

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Notizie: "Land of Mines" vincitore del primo premio AIPAI

Il mio lavoro LAND OF MINES è appena stato premiato con il primo premio all'AIPAI PHOTO CONTEST 2022 per i 2°STATI GENERALI DEL PATRIMONIO INDUSTRIALE.

Per me è un grande onore sapere che le miniere della Sardegna abbiano preso una via cosi alta e istituzionale.

L'Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale AIPAI é sicuramente la realtà più importante che, assieme a Save Industrial Heritage si occupa di preservare e valorizzare il Patrimonio Industriale Italiano, tema a me è molto caro.

Tra le cose che verranno mi hanno informato che ci sarà una mostra al MUSIL di Brescia, vi terrò aggiornati.

Vi lascio con le parole che sono state pronunciate in relazione al mio lavoro e di cui ringrazio particolarmente Jacopo Bello:

"L'opera di Fabio Piccioni esalta un patrimonio industriale e ambientale unico al mondo, attraverso gli occhi di chi ama la propria terra e vuole che la sua bellezza sia conosciuta da tutti. Questo premio è anche un messaggio di vicinanza a tutti coloro che, spinti dalla passione, proteggono, promuovono e valorizzano un patrimonio ancora troppo spesso ignoto e in pericolo."

Un grazie anche a voi che sempre mi sostenete.

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Fotografie: Le nuove torri

Ghilarza: tipologie diverse di torri convivono segnando il passare del tempo nel proseguo delle diverse generazioni del luogo.

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Fotografie: Miniere in Marmilla, visioni aeree.

Furtei: veduta aerea di una miniera di pirite, enargite e luzonite. Nell'immagine gli scarti della flottazione.

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Notizie: Vedere Oltre, 30 anni senza Luigi Ghirri

A partire da domani, domenica 13 febbraio, prende il via una lunga serie di percorsi e iniziative organizzata dalle città di Reggio Emilia, Modena e Parma che per tutto il 2022 ricorderà la figura di Luigi Ghirri, uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea scomparso improvvisamente il 14 febbraio del 1992.

Diversi cicli di conferenze, esposizioni e workshop ricostruiranno la complessa opera creata dal fotografo nella sua breve ma intensissima vita. Curatori, scrittori, artisti e studiosi tracceranno nuove strade nella sfera della contemporaneità sempre cara a Ghirri, snodandosi in percorsi insoliti nel territorio dell’Emilia-Romagna.

L’autore emiliano lascia un’immensa eredità fatta di fotografie, pensieri, saggi critici ed eventi che sono oggi parte fondamentale della storia della fotografia.. A lui si deve il manifesto della nuova fotografia di paesaggio che a partire dalla fine degli anni settanta raggiunge l’apice con il progetto Viaggio in Italia, esempio di visione trasversale della concezione di tempo e spazio che vede coinvolti i principali protagonisti del panorama nazionale come Basilico, Castella, Guidi, Cresci e Jodice tra i tanti.

Il fondamentale patrimonio di Luigi Ghirri è ancora oggi estremamente contemporaneo, terreno di studi e fonte di ispirazione per tantissimi fotografi, nazionali ed internazionali.

Domani alle 17:30 si parte con il Laboratorio Aperto dei Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia con Archivio: itinerario possibile. Il curatore, saggista e docente Francesco Zanot dialogherà con Marco Belpoliti, Linda Fregni Nagler, Francesco Garutti e Luce Lebart con l’intento di ripercorrere la vita di questo grande artista visionario.

Tutte le informazioni sulle modalità di partecipazione e prenotazione sono disponibili sul sito https://bit.ly/34kz8WB.

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Fotografie: I mangimi di Giave

Veduta di uno degli stabilimenti per la produzione di mangimi nella zona industriale di Giave (SS).

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Fotografie: Nurra, all'alba della bonifica. Parte uno

Nell'immagine un dettaglio di una delle prime aziende agricole nate a partire dal 1897 a seguito delle prime bonifiche della Nurra.

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Fotografia: Storia delle macchine da cucire


L'attività industriale della Necchi ebbe inizio dalle mente visionaria di Ambrogio Necchi che intraprese e continuò il mestiere di fonditore ereditato dal padre e dal nonno. Alla fine del 1880 prese in mano la fabbrica di famiglia nel centro di Pavia che dava lavoro a 170 operai e che costruiva pezzi di ricambio in ghisa per macchinari.

Nel 1919 Vittorio Necchi, figlio di Ambrogio, tornato dal fronte della prima guerra mondiale, e rimasto orfano di padre, si ritrovò sulle spalle la gestione dell'attività di famiglia. Inizialmente non aveva inclinazione per la meccanica ma era interessato soltanto agli studi classici, alla fotografia e all'allevamento di animali.

Dalla insistente richiesta di sua moglie per l'acquisto di una macchina per cucire gli venne l'idea di fabbricare una macchina per uso domestico utilizzando in parte la ghisa che producevano le fonderie di famiglia.

Un'idea pazzesca, che significava mettersi in competizione con macchine di rinomati marchi tedeschi, americani e russi.

Vittorio Necchi aprí così un piccolo stabilimento alla Torrettina, sulla via Vigentina con una quarantina di operai, dove prendendo spunto dalle macchine della concorrenza creò il modello "BD". I primi esemplari erano azionati a mano: attraverso una manovella applicata al volano, con la mano destra si produceva il movimento dell'ago, della spoletta e l'avanzamento per trascinamento del tessuto, mentre con la mano sinistra si controllava la sua posizione e l'indirizzamento.

Dopo qualche anno, superata l'iniziale diffidenza dei consumatori per il prodotto nazionale e offrendo un elevato rapporto qualità/prezzo si riscontrarono i primi risultati incoraggianti, tanto che nel 1924 la fabbrica si spostó nel nuovo sito di Piazza D'armi dove incremento sensibilmente la produzione.

La NECCHI divenne la macchina per cucire più imitata e ricercata in tutto il mondo. Dopo la seconda Guerra Mondiale, Necchi diventó la più grande fabbrica di macchine per cucire d'Italia: in grado di produrre piu di 1.000 macchine al giorno, con 4.500 dipendenti, 10.000 negozi di vendita ed un marchio conosciuto in tutto il Mondo.

*Questo testo è tratto dal sito ufficiale di Necchi Italia.

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Notizie: Fotografia Europea 2022: i progetti selezionati.

Simona Ghizzoni, Gloria Oyarzabal e Maxime Riché sono i vincitori dell'edizione 2022 del festival culturale internazionale dedicato alla fotografia contemporanea: Fotografia Europea.

La kermesse nata a Reggio Emilia nel 2006 come strumento per riflettere sulle complessità della contemporaneità si svolge in diversi luoghi della città e oltre alle mostre principali offre un ricco programma di eventi, conferenze, proiezioni, workshop, letture portfolio e spettacoli site specific. Inoltre, un'evento collaterale chiamato Circuito OFF crea a sua volta una cascata di eventi su tutto il territorio coinvolgendo gallerie, associazioni, istituzioni pubbliche e soggetti privati.

Ogni edizione tratta un tema specifico che viene di volta in volta annunciato mediante una Open Call. Quella di quest'anno ha come tema "Un'invincibile estate". La direzione artistica del festival composta da Tim Clark, Diane Dufour e Walter Guadagnini ha tratto ispirazione da una frase del grande scrittore francese Albert Camus "Imparavo finalmente, nel cuore dell’inverno, che c’era in me un’invincibile estate". Il tema apre a infinite possibili elaborazioni di non facile risoluzione.

Ma veniamo ai vincitori.

Simona Ghizzoni, Italia, presenta il lavoro "Isola" dove racconta del suo rapporto con la famiglia di origine, modificatosi a seguito del trasferimento nella casa natale dei suoi nonni sull’Appennino Emiliano durante il primo lockdown. La fotografa ci mostra però anche la sua nuova vita e il rapporto con suo figlio durante queste circostanze straordinarie in cui sta crescendo.

Gloria Oyarzabal, Spagna, con il suo "Usus Fructus Abusus" riflette sul concetto di museo e sul conflitto tra storia, memoria collettiva, diritti ed etica, conseguenze di un passato coloniale largamente depredatore. I musei sono stati e spesso rimangono i beneficiari della violenta espansione e dello sfruttamento del passato, responsabili di un immaginario stereotipato. L'artista si interroga sui concetti di proprietà, restituzione, riparazione e ricontestualizzazione.

Maxime Riché, Francia, con "Paradise" ci mostra la devastazione generata dagli incendi che ogni anno affligge la città di Paradise, California. Il fotografo francese ci racconta di coloro che hanno deciso di ricostruire il paradiso perduto rappresentando un luogo ora divenuto brutalmente inospitale. Attraverso l'uso di una pellicola a infrarossi l'artista ci porta ai confini tra documentario e finzione mostrandoci un luogo ferito per mano dell'uomo senza mai tralasciare la forza e la resilienza che dimorano in ognuno di noi.

Tutto questo e molto altro sarà visitabile nella città di Reggio Emilia a partire dal 29 aprile e fino al 12 giugno 2022.

Trovate tutte le info sul sito del festival.


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